I RELATORI

sono tra i principali studiosi del Merisi, provenienti da ogni parte del mondo, oltre che dall’Italia, anche dalla Spagna, dalla Svizzera, dalla Germania, dall’Inghilterra, dall’Olanda, da Israele, dal Canada e dalla Colombia a dimostrazione della caratura internazionale dell’iniziativa e dall’enorme interesse che Caravaggio continua a suscitare.

 

ROSSI CARLA Università di Zurigo, Svizzera

Titularprofessorin di Filologia Romanza presso l’Università di Zurigo, dove ha una doppia abilitazione all’insegnamento universitario. Si occupa da trent’anni di ricerche archivistiche in ambito filologico, codicologico e storico-artistico. Ha al suo attivo oltre un centinaio di pubblicazioni, tra edizioni critiche, monografie, saggi e articoli, tra cui svariati studi sull’attività poetica del pittore Agnolo Bronzino. Attualmente dirige il Research Centre for European Philological Tradition, per il quale ha ideato un corso unico in Europa, atto a formare esperti codicologi che collaborino con case d’asta e gallerie antiquarie. Membro della Società Internazionale di Storia della Miniatura, nel 2021 ha pubblicato il volume Miniatrici di Dio e del Diavolo, il contributo femminile alla miniatura europea. Al Caravaggio ha dedicato un volume nel 1996 e vari saggi.

Analisi paleografica, codicologica e filologica del presunto atto di morte del Caravaggio

4.GIORNATA: SESSIONE POMERIDIANA: Ricerche e documenti – mercoledì̀ 26 gennaio 2022 ore 15:00-19:00

ABSTRACT

Nel dicembre del 2001, due ricercatori, consultando i registri della parrocchia di Sant’Erasmo a Porto Ercole, in un in un libro di conti del 1656, rinvennero un foglio sciolto, oggi conservato presso l’Archivio Storico Diocesano di Pitigliano-Sovana-Orbetello, su cui si legge: “A li. 18 luglio 1609 nel ospitale di S. Maria Ausiliatrice / morse Michel angelo Merisi da Caravaggio, dipintore / per malattia”; sul retro: “A li 31 luglio morse Alfier Gaspar Montero”. Impossibile definire quale sia il lato primario del foglio; solo la morte dell’alfiere Montero (Porto Ercole faceva allora parte dello Stato dei Presidi, sotto la giurisdizione della corona spagnola) venne trascritta nel registro della parrocchia, con la seguente annotazione: “1609 — corrente 1610”.
Le circostanze del rinvenimento da parte di uno storico locale sono molto controverse. Dal punto di vista paleografico, la grafia risale indicativamente ad un periodo compreso tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento (o appartiene a qualcuno che ha imparato a scrivere entro quell’arco temporale). Sempre dal punto di vista paleografico, è certamente un’anomalia la registrazione compiuta su un foglio singolo e posta al centro della carta: perché questo rilievo? Perché una carta sciolta? Dal punto di vista codicologico, a parte il margine inferiore e quello destro (originali), gli altri sono stati ritagliati probabilmente con tagliacarte, perché? Il taglio spiega le dimensioni attuali (largo 20 cm e alto 16), solitamente, nell’analisi di documenti antichi, questi vengono considerati forti indizi di falsificazione. Come si spiega la scritta nel margine superiore del recto (di cui si scorgono frammenti)? Va giustificata anche la presenza dell’annotazione nel verso: anch’essa in posizione anomala (cioè perfettamente giustificata, ma ora spostata verso il margine superiore). Le due annotazioni appartengono alla medesima mano e alla medesima fase di scrittura: dunque perché non scriverle di seguito? Colpisce, inoltre, il fatto che il foglio non mostri piegature e presenti solo modesti danni dovuti al tempo. Formalmente, sa di posticcia anche la linea tirata al termine della registrazione, la quale è imitativa delle forme del registro, ma qui del tutto fuori luogo. Dopo aver fornito una risposta filologica, codicologica e paleografica a queste domande, merita una certa considerazione il discorso sul chi potrebbe avere annotato la registrazione sul foglio e a vantaggio di chi.