I RELATORI

sono tra i principali studiosi del Merisi, provenienti da ogni parte del mondo, oltre che dall’Italia, anche dalla Spagna, dalla Svizzera, dalla Germania, dall’Inghilterra, dall’Olanda, da Israele, dal Canada e dalla Colombia a dimostrazione della caratura internazionale dell’iniziativa e dall’enorme interesse che Caravaggio continua a suscitare.

 

RODOLFO ALESSANDRA Musei Vaticani

Storica dell’arte ha studiato a Roma presso l’Università Sapienza. Dal 2004 lavora presso i Musei Vaticani dove attualmente è curatore del Reparto per l’Arte dei secoli XVII e XVIII e del Reparto Arazzi e Tessuti. Ha al suo attivo varie pubblicazioni scientifiche e interventi in convegni internazionali oltre che la direzione di numerosi restauri. Ha curato e fatto parte dei comitati scientifici di varie mostre. In ultimo, in occasione delle celebrazioni raffaellesche per il Cinquecentenario della morte dell’artista, ha curato l’ esposizione degli arazzi in Cappella Sistina.

Alcune riflessioni e novità sulla maniera “grande” di Claude Vignon

2. GIORNATA: SESSIONE POMERIDIANA: La diffusione di uno stile – mercoledì 19 gennaio 2022 ore 15:00–19:00

ABSTRACT

Il francese Claude Vignon fu a Roma nel corso di tutto il secondo decennio del Seicento, ripartendo alla volta della Francia all’incirca nel 1623. Gli anni romani benché poco documentati si rivelano essere per il pittore molto vivaci e ricchi di contatti e suggestioni, come attesta il gruppo di opere e le incisioni (queste ultime spesso utili anche per le datazioni) che Vignon realizzò in quel periodo.
Le sue opere “romane”, estremamente complesse e stratificate nei rimandi stilistici e tipologici, testimoniano la vicinanza in quegli anni dell’artista al gruppo dei pittori francesi – Valentin de Boulogne, Simon Vouet, Nicolas Tournier, Nicolas Regnier. In particolare con Vouet strinse un legame d’amicizia affiancato da un interesse del pittore per l’olandese Ter Brugghen e il romano Orazio Borgianni.
Fu attraverso questi contatti che Vignon assorbì per un breve periodo la pittura caravaggesca nelle più sottili espressioni traducendola in modo del tutto originale. Tra i soggetti più rappresentati dall’artista in questi anni emergono le figure di santi, in particolare san Girolamo che studia, in diretto dialogo con gli esempi di Valentin e dello stesso Merisi, accanto a ritratti di suonatori e personaggi da taverna.
I suoi ritratti di piccolo formato, le sue scene di vita popolare, le tavole con mezze figure si inserirono nel contesto degli artisti, soprattutto francesi, che ruotavano intorno a Bartolomeo Manfredi. E’ proprio n questi anni che viene collocata la breve parentesi caravaggesca del francese, evidente nella scelta di alcuni soggetti, strettamente connessi al mondo merisiano, così come la tendenza a comporre le scene con brani estrapolati da differenti contesti e rielaborati secondo necessità.
Il contributo vuole ripercorrere l’evoluzione della pittura di Vignon nel breve periodo romano della sua carriera, sulla falsa riga del rapporto con il naturalismo caravaggesco ancora vivo nell’Urbe proponendo lo studio di un dipinto inedito, un’aggiunta al catalogo dell’artista da collocare cronologicamente in base a una riflessione sulle opere del francese, sulla sua pittura  sensibile a diverse esperienze che vanno dal complesso mondo caravaggesco fatto di pittori che a Roma portavano avanti gli stilemi caravaggeschi aggiornandoli alle ultime tendenze alla grande tradizione veneta ma anche ai diversi artisti nordici passati per Roma all’inizio del secolo.