I RELATORI

sono tra i principali studiosi del Merisi, provenienti da ogni parte del mondo, oltre che dall’Italia, anche dalla Spagna, dalla Svizzera, dalla Germania, dall’Inghilterra, dall’Olanda, da Israele, dal Canada e dalla Colombia a dimostrazione della caratura internazionale dell’iniziativa e dall’enorme interesse che Caravaggio continua a suscitare.

 MARIANI CARLA restauratrice Roma

Ha studiato presso il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Roma, ha poi seguito dei corsi come auditrice presso l’Istituto Centrale del Restauro. Ha iniziato la sua carriera nel restauro e conservazione dei dipinti antichi, professione che ancora svolge, studiando in modo approfondito le tecniche, i materiali e la conduzione pittorica di grandi maestri di cui ha restaurato alcune opere.
Ha fatto varie pubblicazioni su riviste specializzate e volumi monografici. Accluso elenco.
Ha tenuto due cicli di conferenze presso la Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Corsini sulle tecniche pittoriche. Altre presso associazioni culturali private.
Sempre svolgendo la professione, ha partecipato alla trasmissione Atlantide di Andrea Purgatori a proposito della Cappella Contarelli di San Luigi dei Francesi sui dipinti di Caravaggio.
Sta collaborando con la rivista “ArteDossier” per cui ha preparato un articolo intitolato Gaspard Dughet e la campagna romana di prossima pubblicazione.

Caravaggio e la sua ombra
5. GIORNATA: SESSIONE MATTUTINA: Itinerari diversi- venerdì 28 gennaio 2022 ore 10:00 – 13:00

ABSTRACT

Le modalità esecutive di un artista, sono gli strumenti attraverso i quali egli costruisce la sua opera, che permettono all’idea di manifestarsi.
In tutte le discipline e in tutte le epoche questo è valido, ma la duttilità della pittura ha permesso e permette una maggiore ricerca ed elaborazione.
In Caravaggio questa potenzialità si esprime nelle sue massime manifestazioni, in quanto la sua tecnica segue la sua evoluzione o meglio si fonde con essa in un unico prodotto in cui è difficile distinguere se l’idea è condizionata dalla tecnica o viceversa.
La sua formazione lombarda, lo porta inizialmente ad esprimersi con un cromatismo contenuto, sulla base di una preparazione fredda e scura.
Subito la sua materia si scalda, sempre mantenendo una essenzialità cromatica che però nulla toglie luminosità delle sue opere dove il “rosso di cinabro” è sempre presente.
È stato anche considerata la possibilità che il maestro si sia avvalso dell’aiuto della camera ottica od oscura, ma chi scrive è propensa a pensare che l’artificio poteva essere più semplicemente, lo specchio.
Insieme alla sua drammatizzazione, che si manifesta nei soggetti e nel suo modo di rappresentarli, i pigmenti e soprattutto la preparazione o imprimitura della tela si scuriscono fino a che la seconda diventi quasi nera o comunque fortemente bruna.
Nella fase matura e più sofferta della sua vita e della sua opera, la sua tecnica si semplifica e si asciuga, il maestro usa maggiormente la tecnica a risparmio, mentre i colori si contraggono fino a ridursi al bianco, il nero, il rosso.
Nei dipinti che esamineremo, che sono “La Cattura di Cristo” del 1603 e il ritratto di “Paolo V Borghese” del 1605, questo percorso sarà puntualmente descritto ed analizzato insieme ai modi che  il pittore utilizzava per delimitare sulla preparazione nuda, l’ingombro della sue composizioni o le zone illuminate.
I graffiti o le pennellate di ocra.
Nei suoi ultimi dipinti e in particolar modo in quello che si crede sia l’ultimo, ossia il David con la testa di Golia della Borghese, il suo cromatismo si riduce sostanzialmente al bianco e nero, come i colori ancestrali dei nostri progenitori.
Luce, ombra, giorno, notte.