I RELATORI

sono tra i principali studiosi del Merisi, provenienti da ogni parte del mondo, oltre che dall’Italia, anche dalla Spagna, dalla Svizzera, dalla Germania, dall’Inghilterra, dall’Olanda, da Israele, dal Canada e dalla Colombia a dimostrazione della caratura internazionale dell’iniziativa e dall’enorme interesse che Caravaggio continua a suscitare.

 GIANSIRACUSA PAOLO Accademia di Belle Arti di Catania

Professore Emerito Ordinario di Storia dell’Arte nelle Accademie di Belle Arti.
Già Docente di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea
alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Catania.
Componente dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, Siracusa-Roma.
Fondatore e Direttore della Rivista Nazionale d’Arte “Quaderni del Mediterraneo”.

Paolo Giansiracusa è professore emerito di Storia dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Catania, istituzione universitaria in cui come docente ordinario ha mantenuto la titolarità della prima cattedra per circa quaranta anni. Ha insegnato Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Catania e ha tenuto lezioni di Storia dell’Arte nelle Università degli Studi di Enna e Dublino (Irlanda) e per le Accademie di Belle Arti di Reggio Calabria, Agrigento e l’Accademia d’Arte Drammatica di Siracusa. Ha fondato e diretto per oltre un ventennio l’Accademia di Belle Arti di Siracusa. Ha allestito e diretto il Museo d’Arte Contemporanea della Città di Floridia, il Museo di Scultura all’Aperto della Città di Bronte, la Galleria d’Arte Contemporanea di Siracusa, il Museo d’Arte Sacra dei PP.Cappuccini di Caltagirone.

 

Caravaggio, Mario Minniti e Vincenzo Mirabella nei mesi del soggiorno siracusano (ottobre- novembre 1608)

2. GIORNATA: SESSIONE MATTUTINA: Caravaggio ed il Mediterraneo – mercoledì 19 gennaio 2022 ore 10:00 – 13:00

ABSTRACT

Caravaggio a Siracusa.
La presenza del Merisi a Siracusa può essere orientativamente circoscritta all’interno di un breve intervallo di tempo costituito da due date entrambe ricadenti nel 1608: il 6 di ottobre, giorno in cui la Commissione d’Inchiesta maltese, incaricata di predisporre l’istruttoria del processo contro l’Artista, scopre che il recluso non è più all’interno della prigione a fossa, detta guva (cella a campagna intagliata nella viva roccia, con le pareti lisce e oblique così da essere invalicabile per il malcapitato prigioniero) in cui era stato rinchiuso; il 6 di dicembre, data del contratto di commissione stipulato dal Notaio Giuseppe Plutino con il quale il mercante Giovanni Battista de’ Lazzari s’impegna a costruire, a sue spese, la cappella maggiore della Chiesa dei Padri Crociferi di Messina e di decorarla con un dipinto.
L’avverbio orientativamente è d’obbligo perché nessun documento certifica l’arrivo del Merisi a Siracusa, così come nessuna notizia storica conosciamo intorno alla partenza dalla città aretusea per raggiungere Messina. Sempre con elasticità cronologica si può aggiungere quanto segue:
a) il dipinto siracusano dovette essere collocato sull’altare maggiore della Basilica di Santa Lucia al Sepolcro prima dei festeggiamenti del 13 dicembre del 1608;
b) non è automatico che la data del contratto messinese comprendesse contemporaneamente l’impegno del Merisi nel confronti di Giovanni Battista de’ Lazzari. Infatti la data di consegna della Resurrezione di Lazzaro (10 giugno 1609), considerati i tempi brevi della sua esecuzione tecnica, lascia immaginare che Caravaggio sia giunto a Messina tempo dopo la stipula del contratto del Notaio Plutino. Infatti nel rogito non si fa alcun riferimento all’artista e nemmeno al tema dell’opera.
Lo stesso soggiorno siracusano, arbitrariamente arricchito dai vari cronisti che si sono occupati del periodo siciliano del Caravaggio, è privo di documenti. Niente è finora emerso dagli archivi ed è probabile che l’accordo pubblico tra il Senato di Siracusa e l’artista, finalizzato all’esecuzione del dipinto relativo al Seppellimento di Santa Lucia, sia stato disperso.
Per quanto riguarda le personalità locali che il Merisi ebbe modo di frequentare si da per scontata la figura del pittore Mario Minniti. Ciò a motivo dell’antica amicizia, maturata negli anni romani. Al Minniti e al suo sodalizio siracusano col Caravaggio fa riferimento il biografo messinese Francesco Susinno (Messina, 1670-1739 ?), pittore anch’egli, nell’opera Le Vite de’ Pittori Messinesi datata 1724 e pubblicata per la prima volta nel 1960.
A Siracusa il Caravaggio conobbe l’erudito Vincenzo Mirabella, personalità illustre della città aretusea che ebbe modo di accompagnare l’artista nell’area archeologica della Neapolis dove i monumenti dell’età greca sono intagliati nella viva roccia. Nella sua opera, Dichiarazione della Pianta delle Antiche Siracuse (1613), il Mirabella racconta del nome che il Caravaggio assegnò ad una delle cavità della Latomia del Paradiso, l’Orecchio di Dionisio. Dall’analisi degli aspetti compositivi del dipinto dedicato al Seppellimento di Santa Lucia si apprende altresì che, forse con lo stesso Mirabella, il Merisi ebbe modo di visitare la Cripta di San Marziano, nella Catacomba di San Giovanni Evangelista, e la chiesa medievale di San Martino dove è custodito un prezioso polittico del Quattrocento. Le citazioni pittoriche dell’artista consentono di poter individuare con chiarezza lo studio che accompagnò l’esecuzione della grande tela.
L’autoritratto, incastonato nel gruppo degli astanti, è un’ulteriore conferma del suo soggiorno nella città aretusea di cui colse la luce ambientale e il valore sacro dei luoghi luciani. Il suo Seppellimento, dipinto ambientato secondo i canoni espressivi del barocco, prosegue nella finzione la luce della realtà e si cala con emozione nei luoghi del martirio e della sepoltura. La scena del dipinto si presenta pertanto come la continuazione naturale del contesto storico e religioso riguardante la passio di Santa Lucia.