I RELATORI

sono tra i principali studiosi del Merisi, provenienti da ogni parte del mondo, oltre che dall’Italia, anche dalla Spagna, dalla Svizzera, dalla Germania, dall’Inghilterra, dall’Olanda, da Israele, dal Canada e dalla Colombia a dimostrazione della caratura internazionale dell’iniziativa e dall’enorme interesse che Caravaggio continua a suscitare.

DI LORETO PIETRO editore, direttore AboutArt online

Laureato in Lettere e in Sociologia presso la Sapienza Università di Roma, ha pubblicato testi di Storia contemporanea per l’editore il Mulino (1991 e 1993) e curato testi di Arte per l’editore d’arte etgraphiae e per l’editore Ugo Bozzi. Ha organizzato e preso parte a conferenze e convegni nonché a esposizioni quale curatore o schedatore di opere. Ha fondato nel 2018 la rivista di Storia dell’Arte e Cultura About Art online, di cui è Direttore responsabile; cura la pagina culturale del quotidiano d’informazione on line “Informarezzo” ed è responsabile editoriale della casa editrice etgraphiae. È in uscita presso l’editore etgraphiae il suo volume L’Archivio di Caravaggio. Scritti in onore di don Sandro Corradini, e sta preparando un libro dal titolo provvisorio “Visti da dentro. Monografie e libri d’arte analizzati e recensiti”.

Caravaggio online. I motivi di un ulteriore successo

5. GIORNATA: SESSIONE POMERIDIANA: Variazioni sul tema – venerdì 28 gennaio 2022 ore 15:00 – 19:00

ABSTRACT

Ci si chiede da tempo perché la fama di Caravaggio abbia raggiunto, specialmente in questi ultimi anni, vertici tali da far parlare molti non solo di una vera e propria “caravaggiomania”, ma addirittura di un’autentica ossessione per Caravaggio. Ed a leggere il numero di accessi registrati da vari divulgatori, spesso studiosi di grande fama e spessore, nelle loro lezioni sulla vita e sulle opere del genio lombardo, sulle varie piattaforme online sorte come funghi in questo periodo contrassegnato dalla pandemia, c’è da credere che anche sui social la consistenza del fenomeno, ovvero l’ossessione che si diceva, sia davvero rimarchevole.

Oggi, insomma, si deve dire che la figura di Caravaggio è in grado di dominare anche la scena mediatica. E non è poi così complicato capirne i motivi. In effetti lo sviluppo tumultuoso del web, con l’ingresso ormai stabile, e molte volte fin troppo pervasivo, nella nostra vita quotidiana, dei social (Facebook, Istagram, Twitter, ecc) ha via via trasformato il modo stesso di vedere l’arte, laddove poi le ricostruzioni delle biografie degli artisti –a volte romanzate al limite della credibilità per compiacere il pubblico- hanno perfino superato quanto meno in una larga parte dell’immaginario collettivo la considerazione per le loro opere. Si pensi alla storia di Artemisia Gentileschi, certo un’ottima artista ma non propriamente una mente rivoluzionaria, divenuta nel tempo una sorta di vessillo ante litteram del femminismo, al punto se non da oscurare quanto meno da sovrapporre la sua opera a quella certamente più elevata di suo padre Orazio.

Se consideriamo la vicenda umana di Caravaggio il discorso è ancor più evidente, tanto che si può ritenere che la tumultuosa affermazione del caravaggismo abbia conosciuto implicazioni sociali che hanno oltrepassato quelle -in ogni caso determinanti- meramente artistiche, e i dati che si possono prendere dai social come dicevamo stanno lì a confermarlo. Basterebbe il dato che abbiamo rilevato noi stessi il giorno in cui pubblicammo in anteprima internazionale la notizia della scoperta dell’ormai famosissimo Ecce Homo di Madrid grazie all’articolo che il Prof. Massimo Pulini ci aveva consegnato già da diversi giorni, pregandoci di non divulgarlo prima dell’asta in cui il quadro era stato proposto.

Sulla rivista online che dirigo il tema è stato dibattuto da vari studiosi, attenti a tutti gli aspetti che hanno caratterizzato la figura e l’opera di questo geniale artista, e sono state proposte varie tesi alcune molto attraenti: per alcuni l’esplosione del ‘caso’ si deve alla particolarità della sua vicenda biografica; per altri, è il fatto che in una società sempre più massificata e globalizzata il pubblico generalmente sembrerebbe attratto più da figure che vanno controcorrente, come la sua, non inserita nel mainstream, come si dice oggi; per altri ancora il fatto di aver rivoluzionato l’arte attraverso l’osservazione diretta della realtà smarcandosi dall’alfabeto pittorico di stampo idealista di Raffaello.

Si tratta come è chiaro di osservazioni, ancorché qui riportate in modo succinto, comunque da non trascurare, perchè se non vogliamo scomodare la tesi della critica d’arte ‘formalista’, alla Heinrich Wölfflin per capirci, secondo cui la storia dell’arte sarebbe una sorta di continuo “alternarsi” di principi opposti che trovano applicazione come reazioni a forme espressive precedenti, queste tesi certo non esauriscono la questione e tuttavia inducono a far ritenere determinante l’aspetto ‘esteriore’, cioè come una cosa si presenta nella forma piuttosto che la sostanza, per vincere la battaglia della popolarità sui social (sarebbe meglio dire del numero di ‘like’). Un tema di estrema attulità, e non solo riguardo a Caravaggio.