I RELATORI

sono tra i principali studiosi del Merisi, provenienti da ogni parte del mondo, oltre che dall’Italia, anche dalla Spagna, dalla Svizzera, dalla Germania, dall’Inghilterra, dall’Olanda, da Israele, dal Canada e dalla Colombia a dimostrazione della caratura internazionale dell’iniziativa e dall’enorme interesse che Caravaggio continua a suscitare.

    DANESI SQUARZINA SILVIA  Università di Roma La Sapienza

Professore Ordinario Emerito di Storia dell’Arte Moderna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Roma La Sapienza, Coordinatore del Dottorato in Strumenti e Metodi per la Storia dell’Arte, già Direttore dell’Istituto di Storia dell’arte e della Scuola di Specializzazione. È autrice di studi sull’arte dell’Umanesimo, su Ottocento e Novecento; ha riunito la dispersa collezione e reso note opere sconosciute ritrovate, come la statua della prima versione incompiuta del Cristo di Michelangelo per S. Maria sopra Minerva. La sua edizione degli inventari Giustiniani, 3 voll., Einaudi 2003, è stata premiata dall’Accademia dei Lincei. I suoi studi recenti si orientano su Michelangelo e i disegni per la Cappella Paolina, ha poi curato con Antonio Paolucci il volume su Michelangelo e la cappella Paolina, edizioni Musei Vaticani 2016; ha partecipato al convegno su Caravaggio curato da Francesca Cappelletti, Parigi 2019, ha in corso la pubblicazione presso la Biblioteca Apostolica Vaticana di un manoscritto con alcuni “Discorsi” inediti del marchese Vincenzo Giustiniani.

Religione, storia, autobiografia in alcune opere di Caravaggio

1. GIORNATA: SESSIONE MATTUTINA: Caravaggio e la Fede – mercoledì 12 gennaio 2022 ore 10:00-13:00

ABSTRACT

Religione, storia, autobiografia in alcuni dipinti di Caravaggio.

Silvia Danesi Squarzina
Negli anni del soggiorno romano vediamo formarsi la personalità di Caravaggio. Dopo un gruppo di dipinti in formato da “stanza” e il cui soggetto possiamo complessivamente definire di “genere”,  avviene la transizione epocale verso opere di formato grande, solenne, di tematica religiosa e calate in una dimensione storica.
Basti citare la cappella Contarelli, la cappella Cerasi, La deposizione di Cristo al sepolcro nella chiesa della Vallicella.
A queste opere corrispondono intuizioni e contatti con un mondo nuovo che non è quello del mercato bensì quello della religiosità della Riforma cattolica; grandi cardinali prevalentemente radicati nel nord dell’Italia e trasferiti a Roma, come i due Borromeo, il cardinale Sfondrato, il cardinale Benedetto Giustiniani, legatissimo allo Sfondrato (e menzionato nel testamento di quest’ultimo che gli lascia un dipinto). È passato inosservato finora il nesso, tutto da ricostruire, fra gli Sfondrato e i Merisi.
il 7 marzo 1584 il fratello di Michelangelo Merisi, Giovanni Battista, riceve dal vescovo di Cremona, Niccolò Sfondrato, gli ordini minori; possiamo supporre che il nome Sfondrato sia da aggiungere fra coloro che proteggono l’inserimento nel mondo curiale romano del pittore lombardo.
I nessi fra Curia romana e religiosità del Nord Italia, austera e profonda, saranno formativi per la maturazione del Merisi. Resta aurorale, eppure fondamentale, l’apprendistato presso il Peterzano.
Una prova di come l’artista desiderava calare se stesso nel mondo della fede cattolica, ci viene dalla frequenza sorprendente e insolita del suo volto in drammatiche scene di martirio dei santi e della vita terrena di Cristo.
Il viso dell’artista, dalle fattezze inconfondibili, appare più e più volte con un ruolo dichiaratamente di testimone della attualizzazione della storia.
Attraverso la citazione di se stesso il passato diventa presente, la donna con il gozzo che appare nella Crocifissione di Sant’Andrea (Cleveland) è un piccolo brano autobiografico che ci ricorda la frequenza della malattia del gozzo nelle valli bergamasche.
Altrettanto autobiografico è il personaggio di alto lignaggio, con corazza lucente e cappello piumato, che vediamo nell’Incoronazione di spine, già Giustiniani, oggi a Vienna e anche nella Crocifissione di Sant’Andrea. Ritratto di tre quarti, l’uomo, splendidamente dipinto, raffigura il potere da cui Caravaggio, perennemente in conflitto col suo tempo, si sente perseguitato.
Il climax dell’evocazione autobiografica e della dichiarazione di resa incondizionata ai potenti è il Davide con la testa di Golia (con i lineamenti del Merisi) della Galleria Borghese.
Caravaggio offre la sua testa mozza e i suoi dipinti allo spietato Scipione Borghese, avido collezionista, mosso dal desiderio e dalla speranza di ritornare a Roma dove aveva trovato il suo punto di partenza artistico e esistenziale.