I RELATORI

sono tra i principali studiosi del Merisi, provenienti da ogni parte del mondo, oltre che dall’Italia, anche dalla Spagna, dalla Svizzera, dalla Germania, dall’Inghilterra, dall’Olanda, da Israele, dal Canada e dalla Colombia a dimostrazione della caratura internazionale dell’iniziativa e dall’enorme interesse che Caravaggio continua a suscitare.

 

 

 BERT TREFFERS  storico dell’arte, esperto di Caravaggio, Olanda

Bert Treffers ha studiato storia dell’arte all’Università di Groningen presso uno dei massimi esperti dell’arte Senese del Due- e Trecento, il professor Henk van Os. Da studente ha assistito van Os nella realizzazione di una mostra di arte tedesca della seconda metà dell’Ottocento (Bőcklin, Franz von Stuck, Klinger).
Subito dopo essersi laureato, ha iniziato ad insegnare all’Università Cattolica (ora Radbaud) a Nimega, l’arte dell’Ottocento, in particolare il Romanticismo (Friedrich e.a.) ed il cosiddetto Grűnderzeit (von Marées, Feurebach e Makart) ed il Simbolismo belga e francese (Khnopff).
Treffers ha dedicato inoltre particolare attenzione al legame tra la letteratura e l’arte visiva del periodo trattato. Dagli anni Ottanta in poi, si occupava sempre di più di Caravaggio.
Nel 1987 e 1988 furono pubblicati i primi risultati di una ricerca che lo occuperà fino ad oggi: nel 1987 sul San Francesco in Estasi ora a Hartford (Florentiner Mitteilungen) e l’anno dopo sulla cappella Contarelli (Storia dell’arte) e, nello stesso anno nell’ Antonianum, un saggio sulla carismatica figura, all’epoca molto discussa, di un frate francescano che si trovava a San Pietro in Montorio, dove morì nel 1596.
Da questo momento cominciava a partecipare attivamente al vivace dibattito su Caravaggio, che era diventato l’icona di una forma di supposta modernità.
Contribuiva a delle mostre tra cui quelle a Londra e Roma (Scienza e Miracoli, 1998; Il Genio di Roma 1592-1623, 2001; Visioni ed Estasi, nel Vaticano e a Rieti su Antonio Gherardi nel 2003).
Nel gennaio 2022 uscirà presso l’editore Paparo il suo Caravaggio. Arte e fede, Forma e Funzione.
Dal 2001 al 2010 gestiva il reparto degli studi di Storia dell’arte all’Istituto Olandese (ora Istituto Reale Neerlandese) di Roma.
Ora vive a Amsterdam e parte dell’anno a Montalcino.

In viaggio con Caravaggio: un itinerario spirituale

1. GIORNATA: SESSIONE MATTUTINA: Caravaggio e la Fede – mercoledì 12 gennaio 2022 ore 10:00-13:00

ABSTRACT

La funzione principale dell’arte di Caravaggio consiste nello stimolare la fede di chi è già credente, nelle forme conformi alle direttive della Chiesa di Roma.
I suoi quadri sono prima di tutto quadri destinati alle chiese, costruiti sapientemente per trasmettere i misteri della fede.
Ogni cosa dipinta ha così una doppia funzione: presentarsi come “oggetto naturale”, che allo stesso momento si rivela parte di un intero sistema di segni, che nel loro insieme indicano al fedele come trasformar la morte nella via della salvezza in Cristo.¨
Chi ha la pazienza di guardare quei quadri con in mano le sacre scritture ed i salmi, si vede subito confrontato con una pittura che nel suo naturalismo è anche arte concettuale, grazie ad una forma di metaforismo di origine biblica.
Chi non ha conoscenza del gergo religioso, non entrerà mai nell’universo pittorico di Caravaggio e rimarrà estraneo fino all’incomprensione di quest’arte intelligente e colta: un’arte la cui forma e funzione entravano in una coesione così perfetta, che presto non fu più concepita tale, perché ambedue, forma e funzione, erano troppo legate al momento storico particolare della loro pur breve e specifica simbiosi.
Ridurre l’arte di Caravaggio ad un’icona di un campione di un eretico anacronistico libertinismo, non rende giustizia al vero valore di quell’impresa ardua, spesso ammirata negli ultimi decenni per motivi spesso scurrili.È lo scopo di questa relazione fare un tour fra i suoi dipinti, per vedere cosa li accomuna ed infine poter scoprire che tutti insieme formano una catena di concetti, correlati grazie all’uso consistente di una precisa gamma di dati visivi, ossia segni, che nella loro palpabilità diventano indicazioni per trovare una strada che, per chi capisce di che cosa si tratta, potrebbe diventare una forma di pellegrinaggio verso quel lieto fine che albeggia sull’ultimo dipinto di Caravaggio, dove un giovane Giovani Battista guarda verso l’alba che spunta  al di fuori del quadro.