Rodolfo Papa: “La telepresenza apre nuove possibilità. Importante è portare sempre avanti la ricerca”

P d L / Rodolfo PAPA

Rodolfo Papa, PhD. Pittore, scultore, teorico, storico e filosofo dell’arte. E’ autore di numerose pubblicazioni di cui si dà conto solo molto parzialmente in questa intervista; ha partecipato come curatore e come relatore ed anche come artista a varie esposizioni e convegni. Esperto della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Accademico Ordinario della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon. Docente di Arte Sacra, Tecniche Pittoriche nell’Accademia Urbana delle Arti. Presidente dell’Accademia Urbana delle Arti. www.rodolfopapa.it

-Lei si è occupato, con la sua Accademia Urbana delle Arti, della organizzazione e del coordinamento scientifico del grande Convegno on-line “1951-2021. L’enigma Caravaggio. Nuovi Studi a confronto”. Vuole spiegarci perché l’Accademia Urbana delle Arti, che lei presiede, si è impegnata in questa grande impresa?

L’Accademia Urbana delle Arti è nata nel 2006 dalla collaborazione di docenti universitari di svariate discipline, filosofia, teologia, storia dell’arte, con lo scopo di occuparsi di ricerca e formazione nell’ambito delle arti, con prospettiva interdisciplinare. Fin dal 2006, abbiamo organizzato un “Seminario Superiore” di riflessione sulla identità delle arti e dell’arte, con grandissima partecipazione di docenti ed una attività di riflessione così intensa, che da quelle occasioni di approfondimento è nata poi la mia monografia “Discorsi sull’arte sacra” (pubblicata da Cantagalli nel 2012). Negli anni l’Accademia ha organizzato convegni, seminari, cicli di conferenze in collaborazione con svariate istituzioni accademiche italiane e straniere. L’Accademia ha, per esempio, accordi di intesa con il Groupe de Recherche Interdisciplinaire Foi et Raison dell’Università di Namur in Belgio, con la Fondazione Balmesiana di Barcellona, con il MEAM – European Museum of Modern Arts di Barcellona, con la Società Internazionale Tommaso d’Aquino.

Voglio mettere in evidenza, per esempio, il ciclo di conferenze di filosofia del cinema in collaborazione con l’ISA (Istituto di ricerca sull’ateismo) della Pontificia Università Urbaniana, ormai giunto alla terza annualità, il ciclo triennale “L’arte siamo noi” nato dalla collaborazione con il prof. Sergio Rossi e con il Patrocinio della Fondazione Sapienza, in accordo anche con il ciclo di dottorato in storia dell’Arte dell’Università di Tor Vergata; i pluriennali cicli di “Mercoledì dell’Accademia” di cui quello in corso quest’anno è dedicato al restauro architettonico con il riconoscimento della Facoltà di Architettura della Sapienza. Dunque l’Accademia, accanto ai corsi di formazione nelle discipline artistiche (disegno, tecniche pittoriche, prospettiva, preparazione di supporti e colori) ha sempre affiancato una attività di ricerca multi e transdisciplinare su temi legati alle arti ed ha promosso ed organizzato eventi di ricerca e di confronto. E’ stato quindi per certi versi “naturale” il coinvolgimento nell’organizzazione del grande evento su Caravaggio.

-Vuole spiegarci la peculiarità organizzativa del Convegno?

Grazie alla grande intuizione di Sergio Rossi, si è scelto di progettare un inedito Convegno online e diffuso su svariate giornate non consecutive.
L’utilizzo del webinar è peraltro congeniale agli intenti ed ai metodi dell’Accademia: ben prima delle esigenze
 suscitate dalla pandemia, l’Accademia ha organizzato corsi ed eventi on-line per raggiungere studenti e studiosi lontani nello spazio. Riteniamo che la telepresenza apra grandi occasioni di incontro e di confronto internazionale.

-Vuole spiegarci lo stemma dell’Accademia?
Lo stemma palesa un duplice profondo motivo ispiratore: Leonardo e Caravaggio.
Infatti la ricerca multidisciplinare sulle arti muove dalla prospettiva leonardesca che delinea la scienza della pittura come teorica e pratica, e spiega la pittura come “filosofia” e come regina di tutti i saperi. Infatti il motto che appare nello stemma “Virtutem forma decorat” è una citazione di quanto è scritto nel retro del ritratto leonardiano di Ginevra Benci: significa che la bellezza decora la virtù nella sottolineatura del valore etico dell’arte stessa.

 

 Copertina catalogo della mostra personale 1996. Accademia di Romania

L’immagine centrale dello stemma è invece un tasso barbasso, la pianta a cui ho dedicato tanti studi iconologici e iconografici proprio a partire da Caravaggio.

 

 Copertina de Il Marsupio

Nel 1994-1995 mi era stata commissionata una copia del San Giovannino della Capitolina di Caravaggio, una impresa impegnativa dal punto di vista pittorico che mi ha spinto a interrogarmi sul vero significato dell’opera, e a partire da lì ho scoperto il valore simbolico del tasso barbasso; la prima pubblicazione su questo tema è proprio di quegli anni: addirittura nell’allegato culturale di una rivista pediatrica, un allegato dal nome “Marsupio”. Poi ho realizzato una intera mostra pittorica dal titolo “Il tasso barbasso ed altre storie” all’inizio del 1996 presso l’Accademia di Romania a Roma, con un bel catalogo bilingue. Da quegli anni in poi, Caravaggio è stato al centro della mia ricerca, e poi ho potuto pubblicare otto monografie su di lui.

-Quali sono i suoi testi su Caravaggio che ritiene più rilevanti?

 

 Articolo “Isacco salvato”, Il Marsupio 1996

Sono stati tutti occasione di riflessione e di ricerca. Ovviamente le grandi monografie commissionatami da Giunti e poi da Arsenale, poi tradotte in svariate lingue, sono state impegnative e di grande soddisfazione per la complessità dell’impresa. Sono poi particolarmente contento dei Dossier su Caravaggio (“Caravaggio. Gli anni giovanili”, “Caravaggio. Gli ultimi anni”, “Caravaggio. Le origini e i modelli” ) perché sono molto usati dagli studenti, e tanti giovani mi cercano dopo aver studiato su questi Dossier, e sono sempre molto felice di vederli, dopo tanti anni, sugli scaffali delle librerie virtuali e reali. E poi c’è un piccolo libro commissionatami da Ancora, sui dipinti mariani di Caravaggio che da una parte è stato molto apprezzato, ma anche incompreso: è invece a mio avviso un ottimo e approfondito percorso secondo il metodo della iconologia contestuale.

Come è nata la collaborazione con Sergio Rossi?

Ho conosciuto ovviamente Sergio Rossi in quanto docente alla Sapienza, e poi ho avuto occasione di incontrarlo nuovamente alcuni anni fa in una occasione conviviale dopo una conferenza, quel tipo di atmosfera di cui ora si sente la mancanza. Da lì è nata la costruzione di grandi cose: il ciclo triennale “L’Arte siamo noi” di cui ho parlato prima per esempio. Quando mi ha parlato di questo suo progetto su Caravaggio, non ho avuto dubbi nel comprenderne il grande valore e con entusiasmo l’ho seguito. E ne sono veramente felice.

Roma 12 Gennaio 2022

Comunicazione: Sira v. Waldner – AION.ART
Info@caravaggio.info

AION. ART

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