I RELATORI

sono tra i principali studiosi del Merisi, provenienti da ogni parte del mondo, oltre che dall’Italia, anche dalla Spagna, dalla Svizzera, dalla Germania, dall’Inghilterra, dall’Olanda, da Israele, dal Canada e dalla Colombia a dimostrazione della caratura internazionale dell’iniziativa e dall’enorme interesse che Caravaggio continua a suscitare.

   BUSSAGLI MARCO  Accademia di Belle Arti di Roma.
laureato in Storia dell’Arte, è professore di prima fascia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Borsista presso il Warburg and Courtauld Institute e la British Library di Londra, ha insegnato Iconologia per la specializzazione in Storia dell’Arte Medievale e Moderna all’Università L.U.M.S.A. di Palermo e Arte Contemporanea alla Facoltà di Architettura de “La Sapienza” di Roma (Valle Giulia). Ha al suo attivo più di 200 pubblicazioni tra testi scientifici, voci enciclopediche, articoli di alta divulgazione e libri, tradotti in Inglese, Francese, Tedesco, Polacco, Russo, Giapponese e Coreano.
Curatore di mostre di successo, come Escher, ha pubblicato con Giunti Gruppo editoriale il suo ultimo libro: Bosch. Tavole di diverse bizzarrie.
È cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici e scientifici.

Il ragazzo col cesto di frutta: novità e riflessioni

1. GIORNATA: Moralia SESSIONE POMERIDIANA: – mercoledì 12 gennaio 2022 ore 15:00-19:00

ABSTRACT

Il ragazzo col cesto di frutta: novità e riflessioni.

Il contributo prende le mosse da un precedente studio di chi scrive pubblicato nel 2010 sulla rivista Art e Dossier nel quale si ricostruiva la procedura con la quale Caravaggio aveva affrontato la realizzazione dell’opera. Dal punto di vista della simbologia, se si vuole accantonare la lectio facilior della pura esercitazione naturalistica, penso che si possa condividre la proposta di Dalma Frascarelli del 2011 dove il Ragazzo con il cesto di frutta del Caravaggio viene letto dall’autrice in chiave sacramentale e liturgica, in riferimento al mistero eucaristico e al rito dell’offertorio. Il richiamo al rituale paleocristiano con l’offerta di primizie all’altare, mentre veniva intonato un canto, troverebbe riscontro nella figura del giovane interpretato come un cantore, sulla base di vari confronti iconografici con opere del Merisi e di altri pittori. La raccolta di canti sacri intitolata Mottetti del frutto, edita da Antonio Gardano nel 1538 viene indicata dall’autrice come una possibile fonte di ispirazione seguita dal giovane Caravaggio. Alla luce di queste considerazioni, si può reinterpretare la resa anatomica della figura che tuttavia non inficia la precedente interpretazione di chi scrive e che qui deve comunque essere riproposta. L’analisi della conformazione anatomica della spalla destra del ragazzo dipinto da Caravaggio, troppo tesa per una posa nella quale il cesto sia sostenuto con entrambe le mani, come dimostra il confronto con un modello vivente appositmante impiegato, apre uno squarcio sulla ricostruzione delle modalità di lavoro del grande artista, allora assai giovane. Certamente (anche perché all’epoca non doveva avere grande disponibilità di modelli: considero l’opera realizzata prima del soggiorno romano, documentato dal 1596), prese se stesso a soggetto e, specchiandosi, con una mano (la sinistra) teneva il cesto alla base, mentre con l’altra (la destra), schizzava sulla tela la posa che vedeva, prima disegnando, come e stato dimostrato dalle analisi diagnostiche intraprese grazie all’impegno di Rossella Vodret. La traccia di questa posizione sbilanciata rimane fin nella pittura e nell’eccessiva tensione del deltoide, come pure nella depressione della fossa sopraclavicolare. È chiaro che osservando il quadro, proprio perché dipinto allo specchio, i riferimenti di destra-sinistra risultano invertiti e, quindi, il ragazzo sostiene il cesto con la destra, mentre l’altro braccio sembra essere assente. Infatti, pare sostituito dalla tormentata voluta della veste a sinistra e dallo scorcio esasperato della mano corrispondente che, tuttavia, non risultano compatibili con l’ingombro di un altro braccio che sostenga il cesto con la stessa posizione del destro. Nonostante questi aspetti, se si assume come ipotesi quella del cantore che offre le proprie primizie, l’intera figura assume una coerenza che, altrimenti, si perde. Infatti, mentre canta, il giovane si dispone a posare il cesto sull’ara delle offerte. Va notato che la posizione della testa leggermente reclinata indietro e la bocca dischiusa sono certo compatibili con l’atteggiamento di un cantore; mentre gli occhi che guardano in obliquo verso il basso, paiono orientati a cercare il posto più adatto su cui posare il cesto. Allo stesso modo, la mano in scorcio, con il pollice aperto, è compatibile con il movimento di spingere in avanti il cesto per posarlo di lì a poco e completare l’atto dell’offerta. Marco Bussagli.