Grande successo per “L’Enigma Caravaggio”. Centinaia di presenze alla 1^ giornata del convegno online. Il sunto degli interventi.

di Flavia SCIORTINO

Come celebrare nel migliore dei modi Caravaggio nei 450 anni dalla nascita e a 70 anni dalla celebre esposizione milanese curata da Roberto Longhi, se non con un grande convegno internazionale a lui dedicato?

 

Alcuni tra i maggiori esperti del maestro milanese si sono riuniti per dare vita a “1951-2021. L’enigma Caravaggio. Nuovi studi a confronto”, un evento senza precedenti che, grazie alle piattaforme virtuali, ha fatto convergere tutti i più recenti e rivoluzionari temi sulla vita e l’arte di Michelangelo Merisi.

Ideato e promosso dal Professor Sergio Rossi e coordinato dal Professor Rodolfo Papa dell’Accademia Urbana delle Arti di Roma e dalla Professoressa Carla Rossi del Centro Europeo di Ricerca “Receptio” di Lugano, “1951-2021. L’enigma Caravaggio. Nuovi studi a confronto” vanta un pantheon di eccellenze nel comitato d’onore (Silvia Danesi Squarzina, Marcello Fagiolo, Barbara Jatta, Herwarth Röttgen, Sybille Ebert Schifferer, Andrea Spiriti, Claudio Strinati) e nel comitato scientifico (Marco Bussagli, Mariano Carbonell, Stefania Macioce, Sergio Rossi, Bert Treffers, Rossella Vodret, Alessandro Zuccari), con un totale di 40 prestigiosi relatori (Dalma Frascarelli, Daniel M. Ungher, Andrea Leonardo, Paolo Giansiracusa, Valentina Certo, Joan Ramon Triadó, Michela Gianfranceschi, Alessandra Rodolfo, Fabio Scaletti, Riccardo Gandolfi, Marco Pupillo, Antonio Vannugli, Clovis Whitfiel, Laura Testa, Laura Facchin, Claudio Metzger, Simona Capelli, Fabiola Giancotti, Michele Dolz, Carla Rossi, Carla Mariani, Dinko Fabris, Luigi Agus, Juergen Müller, Pietro Di Loreto, L. Wargas Murcia, Beatrice Riccardo, Fausto Nicolai, Massimiliano Ferrario) che si susseguono nel corso di cinque appuntamenti, dal 12 al 28 gennaio 2022. La promozione, la comunicazione e lufficio stampa sono curati dalla dottoressa Sira Waldner per conto di AION, con il patrocinio della Città di Lugano, della Fondazione Roma Sapienza e della Confraternita e Chiesa di San Carlo Borromeo (Lugano).

Grazie all’altissimo livello degli interventi e all’unicità dell’evento, la presentazione del 15 ottobre 2021 e la prima giornata del convegno il 12 gennaio 2022 hanno già riscosso un enorme successo di stampa e di pubblico, con 500 iscritti e un flusso medio di 380 presenze tra studenti, studiosi e appassionati da tutto il mondo. Inoltre è stato predisposto anche il rilascio di crediti formativi universitari (CFU) e di attestati di partecipazione.

La giornata di ottobre ha avuto un carattere introduttivo con un dibattito informale tra gli organizzatori, il professor Rossi e il professor Papa, e alcuni membri del Comitato d’Onore e del Comitato Scientifico quali Silvia Danesi Squarzina, Rossella Vodret, Marco Bussagli, Bert Treffers e Herwarth Röttgen. Sono stati anticipati i temi e gettate le fondamenta di un proficuo confronto con l’intervento del professor Rossi che ha motivato la scelta del titolo del convegno, rimarcando quanto, nonostante negli ultimi 70 anni siano stati fatti molti progressi, rimangano ancora tante le incognite sull’operato e sulla vita di Caravaggio. La professoressa Vodret, in uscita con una imponente monografia realizzata per i 450 anni dalla nascita di Caravaggio, ha citato alcune di queste incognite, dai primi anni della vita milanese, ai quattro anni di vuoto tra 1592 e il 1595, ai rapporti con Louis Finson a Napoli fino all’ultimo viaggio da Napoli verso Roma. Il professor Treffers ha poi posto l’accento su quanto sia imprescindibile ricostruire quella specifica mentalità culturale, che dominava il tempo di Caravaggio, per avvicinarsi alla comprensione del suo operato. Solo leggendo le sue tele con tutti gli apparati tecnici del Cristianesimo e delle scritture sacre, se ne riesce a comprendere anche la forma e se ne può ricostruire “l’uso” dell’epoca, poiché Caravaggio crea un’opera pensata e realizzata per quello specifico mondo culturale, che deve necessariamente rappresentare lo strumento di studio primario.

Per il Merisi si tratta soprattutto di un’ispirazione francescana, particolarmente legata alla concretezza della fede, tema ripreso anche dal professor Bussagli che lo interpreta specificatamente dal punto di vista anatomico, intendendo la resa del corpo come contemplazione della bellezza della natura.

La vocazione didattica è e sarà la colonna portante dell’intero ciclo di conferenze: ha tenuto a sottolinearlo il professor Strinati non senza ricordare, a ben vedere, quanto spesso i convegni su Merisi si trasformino in scontri feroci. Il professor Papa ha poi delineato l’andamento delle cinque giornate in cui si articola il grande convegno, rimarcando quanto Caravaggio necessiti di essere estratto dal mito e approcciato come una vera passione vitale (citando lo stesso Treffers) che anima e infervora completamente chi lo studia. E proprio l’importanza dello studio delle fonti è stata portata all’attenzione dalla professoressa Danesi Squarzina che ha brevemente anticipato il suo intervento di gennaio. Con la “benedizione” di un mostro sacro come Herwarth Röttgen, si è conclusa la giornata introduttiva a questo grandioso evento internazionale, destinato a far parte della storia.

 Il 12 gennaio 2022 si è entrati nel vivo con la prima giornata del convegno, a sua volta suddivisa in due parti: quella della mattina dal titolo “Caravaggio e la fede” e quella del pomeriggio dal titolo “Moralia”. Il Direttore dei Musei Vaticani nonché moderatrice della sessione mattutina, Barbara Jatta, ha aperto argomentando la scelta di voler raccogliere tutti i più importanti e recenti studi su Caravaggio, in un contesto di confronto che stimoli e supporti le nuove generazioni di studenti.

Il primo intervento è stato quello del professor Treffers, intitolato “In viaggio con Caravaggio: un itinerario spirituale” che rimanda direttamente al suo ultimo libro in uscita: “Arte e fede, forma e funzione”. Quando si parla della fede in relazione a Michelangelo Merisi bisogna sempre tener conto della sua profonda religiosità e cultura ma anche del ruolo cruciale che aveva l’intelletto nello scenario della fede dello stesso Merisi. A questo proposito Treffers cita Anselmo di Canterbury e il suo celebre motto credo ut intelligam ovvero “credo per comprendere”.

All’intervento del professor Treffers segue quello della professoressa Danesi Squarzina,Religione, storia, autobiografia in alcune opere di Caravaggio”, incentrato sull’importanza del riscontro documentario per approfondire la conoscenza dell’artista, in particolar modo sui temi della fede e delle committenze, a partire da quelle del marchese Giustiniani, a cui la professoressa ha appena dedicato un volume con molti inediti.

Nel terzo intervento “Il ragazzo col cesto di frutta: novità e riflessioni” il professor Bussagli, guidato dalle sue competenze in ambito anatomico, ha invitato a soffermare lo sguardo su alcune anomalie nella resa dei corpi da parte di Caravaggio. Tuttavia l’analisi anatomica va affrontata in rapporto alla composizione complessiva delle opere e soprattutto al loro significato.

Il quarto e ultimo intervento è stato quello della professoressa Frascarelli, “Caravaggio e la pittura tra incredulità e controriforma”, un lucido esame dei rigidi dettami della Controriforma incentrati sull’esigenza di verità e declinati dal maestro senza rinunciare al riferimento allegorico, con profondo rispetto filologico delle scritture. È giunto così alla raffigurazione di scene in cui visioni e rivelazioni devono essere poste agli occhi del credente come eventi realmente accaduti, restituendo corpo e materia all’allusione simbolica.

 La sessione pomeridiana incentrata sul tema “Moralia”, è stata aperta dalla presentazione del libro del professor Rossi, a breve in uscita con il titolo “Caravaggio allo specchio tra salvezza e dannazione”. A seguire il professor Ungher ha riportato le sue osservazioni su un’opera in particolare: la Madonna di Loreto. L’intervento “Between Nazareth and Loreto: The Fusion of Time in Caravaggio’s Madonna di Loreto” ha esaminato le sembianze della Vergine con il Gesù bambino in braccio, che appare non come una statua sull’altare ma in tutta la sua umanità più terrena. Inoltre il professor Hunger osserva che è proprio il dettaglio dei mattoni a connotare l’opera, apparentemente una tradizionale raffigurazione della devozione di due pellegrini. I mattoni che si intravedono nei pressi della soglia, sono infatti la testimonianza della geniale costruzione del tema morale dell’opera, che va oltre la mera ricerca di realismo. La scelta di Caravaggio è piuttosto quella di esporre volutamente quei mattoni, facendo un riferimento incontrovertibile alla Casa Santa di Loreto e ai mattoni che la costituiscono.

In merito alla stessa opera e alle scelte stilistiche di Merisi, il professor Lonardo con il suo intervento “I dipinti per le chiese romane: rivoluzione e ortodossia” conferma quanto rivoluzione e ortodossia siano sempre compresenti nell’operato di Caravaggio. La Madonna di Loreto è raffigurata nell’istante esatto in cui sta poggiando i piedi, cogliendo il dettaglio terreno di un avvenimento ultraterreno, senza nulla togliere alla sacralità dell’evento stesso.

La relazione “Questioni iconografiche su san Giovanni Battista in Caravaggio” del professor Papa è giunta a suggellare in bellezza questa ricca prima giornata di studi. Osservando il dipinto dei Musei Capitolini, il professor Papa evidenzia l’assenza di tutte le connotazioni che contraddistinguono il Battista. La nudità e il sorriso del giovane, come la piccola pira nella parte bassa del dipinto, conducono piuttosto a smentire la raffigurazione di San Giovanni a favore di un giovane Isacco, sulla base di solidi riscontri iconografici e teologici. Ne è un’ulteriore conferma la presenza del Verbascum thapsus, pianta di cui proprio il professor Papa ha scoperto il significato cristologico, individuandone la ricorrenza in molti dipinti e incisioni con questo specifico valore. Considerando poi il ruolo di prefigurazione di Cristo che molti padri della chiesa, in primis Sant’Agostino, attribuivano a Isacco e all’ariete, ci si trova davanti alla profonda conoscenza dei temi cristiani da parte di Caravaggio, che in questa tela volle magnificamente e innegabilmente rappresentare il figlio di Abramo.

Flavia SCIORTINO   Roma 16 Gennaio 2022