I RELATORI

sono tra i principali studiosi del Merisi, provenienti da ogni parte del mondo, oltre che dall’Italia, anche dalla Spagna, dalla Svizzera, dalla Germania, dall’Inghilterra, dall’Olanda, da Israele, dal Canada e dalla Colombia a dimostrazione della caratura internazionale dell’iniziativa e dall’enorme interesse che Caravaggio continua a suscitare.

 PAPA RODOLFO Accademia Urbana delle Arti, Roma

Storico dell’arte, filosofo dell’arte, pittore, è docente e presidente della Accademia Urbana delle Arti, Roma. Dal 2000 è Membro Ordinario della Pontificia Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon.  Si occupa di ricerche teoretiche nell’ambito della fondazione dell’arte e dell’arte cristiana in particolare, e di ricerche storiche, con particolare riferimento al Rinascimento ed anche all’arte contemporanea; ha approfondito e sviluppato la lettura delle immagini mediante l’analisi iconologica. Tra le sue pubblicazioni su Caravaggio: Caravaggio. Vita d’Artista (Giunti, Firenze 2002; tradotto in molte lingue); Caravaggio. L’arte e la natura (Giunti, Firenze 2008); Caravaggio lo stupore dell’arte (Arsenale, Verona 2009, anche in francese e inglese) e tre fascicoli di “ArteDossier”.

Questioni iconografiche su san Giovanni Battista in Caravaggio

1. GIORNATA: SESSIONE MATTUTINA: Caravaggio e la Fede – mercoledì 12 gennaio 2022 ore 10:00-13:00

ABSTRACT

Intendiamo affrontare il tema del “San Giovannino” nelle opere di Caravaggio, non limitandoci alla questione documentaria perché, sebbene metodologicamente importante, se resa esclusiva può essere in alcuni casi addirittura fuorviante, ma intendiamo concentrarci prioritariamente sulla lettura iconografica di alcuni dipinti attribuiti a Caravaggio ed accomunati dal titolo San Giovanni.
In modo particolare si analizza il dipinto della Galleria Capitolina, facendo riferimento ai miei studi condotti a partire dal 1994, mettendo in evidenza che tutto ciò che troviamo dipinto in questa tela non può essere riferito iconograficamente ad un “San Giovanni”. Conducendo un ampio confronto con  altre opere dello stesso Caravaggio, per esempio la tela San Giovanni Corsini, e con opere di altri autori, mettendo a tema in modo speciale alcuni elementi quali la pianta in basso a destra, aiutati da letteratura coeva, possiamo dedurre che le scelte iconografiche operate da Caravaggio descrivono con coerenza un Isacco, cosa che appare confermata anche dal confronto con la tela caravaggesca del Sacrifico di Isacco degli Uffizi che utilizza in modo evidente lo stesso modello. Sarebbe peraltro interessante verificare se le due tele scaturiscano dallo stesso ambito culturale, indipendentemente dalle collezioni nelle quali sono stati trovati in Archivio.
Interpretata come un “Isacco”, la tela della Capitolina non appare più incoerente, ma del tutto pertinente, pur proponendo una grande innovazione iconografica propria dello stile di Caravaggio del primo periodo romano.
Il San Giovanni della Galleria Borghese allo stesso modo non risulta possedere gli attributi necessari per poter esser ricognito come un “San Giovanni”. In questo caso la lettura iconografica si concentra su una questione tecnico-pittorica rappresentativa: il manto dell’ariete risulta, infatti, dipinto in un modo peculiare, da alcuni interpretato come “ambrato”, con riferimento però allo stile dell’ultimo periodo della vita di Caravaggio del 1609-1610, ma più propriamente è dipinto per rappresentare un vello d’oro, volutamente svelando l’identità del soggetto mitologico, che si inserisce peraltro entro una lunga tradizione quattro-cinquecentesca della cultura europea cristiana.